Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.



 
IndiceIndice  Ultime immaginiUltime immagini  CercaCerca  RegistratiRegistrati  AccediAccedi  

 

 Intervista a Fabio Cinti su Babylonbus

Andare in basso 
AutoreMessaggio
Kia-Fluon
Admin
Kia-Fluon


Messaggi : 87
Data d'iscrizione : 12.10.11
Età : 31
Località : Veneto

Intervista a Fabio Cinti su Babylonbus Empty
MessaggioTitolo: Intervista a Fabio Cinti su Babylonbus   Intervista a Fabio Cinti su Babylonbus EmptyGio Mag 31, 2012 12:22 pm

Torna Fabio Cinti con l’album, “IL MINUTO SECONDO”, disponibile da venerdì 11 maggio, un disco fortemente voluto per la prima volta non da una casa discografica, ma dagli stessi fan. Il disco è un concept album formato da due parti distinte e complementari, Vigilia e Memorabilia, costituiti rispettivamente da sette brani inediti e sette rivisitazioni. “IL MINUTO SECONDO” è uscito nei negozi di dischi distribuito da Venus mentre il web management e la gestione dei servizi per la realizzazione del disco sono stati affidati a Sounday ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Ecco l’intervista gentilmente rilasciata dall’artista…


Il tuo nuovo album ha la particolarità di essere stato voluto e prodotto dai tuoi ammiratori. Com’è nata questa idea?
Tutto è nato dalla voglia di Silvia Veraldi, Pier Luigi Prandini e Maria B. di produrre musica che non fosse la solita solfa del giro delle tv. Mi avevano chiesto aiuto anzitutto come produttore artistico ma in quel periodo stavo lavorando al mio album e così, tutto piuttosto naturalmente, è venuto fuori che il primo esperimento avremmo potuto farlo su di me…

Quindi, d’ora in avanti è possibile pensare che un disco nasca sempre più strettamente tra fan ed artista?
Mah… questo non saprei dirlo, non credo sia una certezza. Potrebbe restare un caso isolato – spero di no – o potrebbe fare da esempio per i più coraggiosi. È senz’altro un modo, e come modo trovo sia molto nobile.

Così facendo, si può godere di una maggior libertà di movimento, riuscendo a far sì che un album rappresenti al meglio l’artista?
Anche qui devo risponderti in riferimento al mio caso: io non ho avuto nessun tipo di paletti, nessun finanziatore ha interferito, neanche lontanamente, sulle scelte artistiche e mi auguro che, se ci saranno casi analoghi, nessuno avanzi pretese all’artista e nessun artista si faccia influenzare da chi finanzia il suo progetto. Si perderebbe lo spirito del mecenatismo.

Per tanti anni, si sono fatti dischi pensando al ritorno economico che potevano dare. Oggi l’arte potrebbe tornare a prevalere sull’economia?
Trovo che l’arte non debba avere nessun legame a priori con il mercato. Le operazioni commerciali hanno riempito le nostre orecchie e quasi tutti fanno fatica a distinguere il bello indipendente dal bello (bello?) indotto. Si è arrivati persino a decidere dopo quanti secondi deve iniziare un ritornello. È una cosa orrenda, contro ogni ispirazione e espressione artistica. Se qualcuno ha voglia di svegliarsi e uscire dal gregge, forse anche tanti altri aspetti della vita sociale ne risentirebbero in meglio.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

Quando si compone un nuovo pezzo, è bene saper dosare fantasia e realtà?
Ognuno ha un suo modo, io tendo a raccontare le mie verità: non è detto che queste coincidano con la realtà però…!

Le tue canzoni nascono poco a poco, nel corso del tempo o spesso sono frutto dell’immediatezza e del saper cogliere l’attimo?
Ci sono vari modi di composizione. In alcuni casi la scrittura è abbastanza immediata, in altri lunga anche anni. Mi è capitato di ritoccare brani nel corso del tempo e apportare migliorie senza nessuna fretta… Credo però che l’idea primordiale di un testo o di una musica sia frutto di un guizzo. Poi però bisogna sviluppare l’idea e creare un mondo intorno.

Quali sono i principali problemi da affrontare per un giovane che intenda entrare attivamente nel mondo musicale odierno?
Mi sembra di notare che ultimamente ci sia una gran voglia di diventare “famosi” più che comunicare disagi e bisogni a prescindere da quanto pubblico ti ascolta. Le televisioni, i talent, hanno distrutto tutto, hanno deviato, hanno dato soprattutto la possibilità a chi non ha assolutamente niente da dire di potersi esporre e, attraverso inganni emotivi, di piacere anche. Chi ha qualcosa da dire, chi ha questa urgenza, lo dica, scriva, canti, ci sono molti mezzi indipendenti a disposizione per farsi ascoltare. Vale sempre lo stesso proverbio, se son rose…

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

Il tuo disco è diviso in due parti, Vigilia e Memorabilia. Qual è il legame che li fa essere all’interno di uno stesso progetto artistico?
Il legame tra le due parti del disco è il tempo, il mio tempo personale, quello che mi resta dei ricordi da una parte e ciò che decido sia importante per domani. Cercando in tutti i modi di non perdere di vista il presente.

E, se dovessimo cercare un legame ideale tra artisti di oggi e di ieri… Quale potrebbe essere?
Passa il tempo e cambiano le mode ma credo che alla base di ogni produzione artistica umana ci sia sempre un disagio che si trasforma in bellezza per via di qualcosa di profondamente spirituale, non in senso religioso ma in senso strettamente personale. Poi c’è anche una voglia di giocare e divertirsi…

Ad oggi, cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto il mondo della musica?
Non credo di poter distinguere nella mia vita il mondo della musica come qualcosa di slegato o anche di parallelo alla mia vita stessa. Quindi ogni cosa che ho vissuto è stata permeata dalla musica, le cose belle, quelle meno belle, tutto. Da un punto di vista di studio poi non può che avermi migliorato.

Tra un disco e l’altro, c’è bisogno di aggiornarsi e di studiare continuamente?
Nei dischi si racconta qualcosa, sia pure di astratto o metafisico. Quindi direi che bisogna vivere, dentro e fuori di sé. Bisogna essere curiosi, avere la voglia di andare oltre… Da un punto di vista tecnico invece bisogna aggiornarsi, ascoltare, rendersi conto di cosa succede nel mondo.

La scuola quanto può fare per educare i giovani alla fruizione della musica?
Trovo sia inaccettabile che la musica nelle nostre scuole non sia considerata alla stregua della matematica o dell’italiano. Lo studio dell’Armonia, di uno strumento, l’ascolto guidato, la meravigliosa storia della musica, potrebbero dare molto sia a livello educativo che come stimolo artistico. La musica occupa nella vita di ognuno di noi gran parte del tempo. Molti distinguono un Paese del pianeta da un altro solo perché lo si lega a un genere musicale… Nei nostri ricordi c’è la musica, dappertutto. Eppure non ce la fanno studiare, tutti dovrebbero avere nel proprio bagaglio culturale, assieme a Manzoni e Dante, anche i grandi compositori, le loro opere, le loro vite. Cos’ha di diverso l’opera di Dante da quella di Mozart? Non sono due geni? Perché l’uno si studia obbligatoriamente e dell’altro se hai visto Amadeus ne sai qualcosa altrimenti lo confondi con altri?

La tecnologia applicata alla musica è un bene o tende ad appiattirne molte situazioni?
Come in tutte le cose l’abuso provoca uno squilibrio e invece bisogna tendere, anche in opere estreme, a un equilibrio. Per quanto mi riguarda un computer ha lo stesso valore di una chitarra: è un mezzo che uso per comunicare qualcosa. Se non c’è niente da comunicare un uso smodato di una chitarra annoia allo stesso modo di un uso eccessivo della tecnologia.


FONTE: Babylonbus.org
Torna in alto Andare in basso
https://www.facebook.com/ChiaraKiaC
 
Intervista a Fabio Cinti su Babylonbus
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Oriana Mariotti intervista Fabio Cinti
» Il fruttivendolo conosce il valore del suo lavoro – Intervista a Fabio Cinti su Shiver (Marzo 2011)
» Un thè con Fabio Cinti (Seecity.com 16 Marzo 2012)
» Fabio Cinti: Io non ci sono.
» Fabio Cinti "Il Minuto Secondo" su Mescalina.it

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
 :: Fabio Cinti :: Rassegna Stampa (Recensioni Album - Interviste)-
Vai verso: