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| Titolo: l'esempio delle Mele, mpnews (Marzo 2011) Dom Ott 16, 2011 10:23 am | |
| Fabio Cinti – cantautore della capitale - sembra dirci nell’album d’esordio “L’esempio delle mele” che il risveglio della natura, dell’uomo, degli animali e dell’amore deriva appunto dall’esempio che le mele hanno dato come significato nella metafora dei cartoons, delle favole e della storiografia divina; la mela come “riprendersi la vita in mano, la visione concreta e il risveglio personale dopo un lungo sogno”, in concreto il collante tra l’altra realtà e la realtà. Ed è proprio così. Ovvio che un titolo di tale fatta avrà catalizzato la frenesia di tanti che – sbirciando tra le pieghe delle tracce – avranno anche ritrovato la pulsazione e l’atteggiamento poetico di un Battiato in dose del 100%, ma se questo potrebbe lì per li sostare come un disturbo fonetico, poi questa marcata fisicità d’ascolto va ad assorbirsi tra le onde pop che - tra sinthetico e botte a caldo – scorrono senza tanti patemi d’animo, come abituate ad una specie d’assuefazione tout court. Ma anche un disco che come presentazione ufficiale forse è un po’ debole, si perde per strada, va a fluire nella secchezza del sinthpop più che nella freschezza del coinvolgimento fisico, una concettualità alla plastica degli anni 80 che si disimpegna con facilità, come – d’altrocanto – va a ficcarsi nei coni d’ombra di un giro, forse due di stereo e poi “avanti un altro”. Non immaginatevi però una copia fraudolenta del Maestro delle Giubbe Rosse, Cinti di suo – interiormente - ci mette tanto, ha un grande atteggiamento verso la sensibilità, e i conti tornano sempre, solamente che la spada di Damocle sta sempre lì, a cercare di capire se si è in credito o in debito con chi gli sta vicino; con lui Morgan che ha messo le mani sull’arrangiamento di “Amore elettrico” insieme alle chitarre di Massimo Martelotta (Calibro 35) ed “Eccessi”, ballate mid-robotiche, Livio Magnini (Bluvertigo) co/voce e chitarra in “Vuoto mimato” slow sottovuoto, oppure la tanz-bambolina in versione campionata “Se fanno pop” o la rivisitazione impalpabile e personalissima del successo mondiale di Tomas Mendez Sosa “Cucurrucucù Paloma” arrangiata alla perfezione da Massimo Spinosa. Fabio Cinti, con tutta la simpatia, convince a metà, ma è dalla sua una dotazione di valide capacità che si devono ancora denucleare dal corpo principale di uno stile che arranca e che non fa concorrenza a nessuno; lo aspettiamo al prossimo tour uditivo dove suoni e significati abbiano più carattere e “responsabilità propria”.[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] | |
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